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Se il basilico è come il prezzemolo...

 

 

  

Se il basilico è come il prezzemolo...

Davanti a un piatto di linguine al pesto; mentre annaffiate il vasetto di basilico perché tenga lontane mosche e zanzare; quando preparate la pasta più facile del mondo, «alla checca» (pomodoro, basilico, aglio e olio, tutto a crudo sugli spaghetti), forse non ve ne rendete conto, ma state entrando nella Storia. Il vostro gesto potrebbe essere registrato tra le cose accadute nel 2004 e servire da documento di qui a cent' anni, quando del basilico si saranno scoperte altre virtù, altri modi d'uso finora sconosciuti.

Fino a oggi, Invece, se c'è qualcosa da sapere sull'aromatica più popolare del Mediterraneo, l' Ocymum basilicum per dirla con Linneo che gli dette il nome botanico (la y è poi diventata i), questa è stata annotata con garbo e precisione da Sandra Berriolo nel volume, appena premiato dal Grinzaine Hanbury , Il libro del basilico (Delfino Moro, pp. 209, euro 60,00, tel. 0182-52393, info@scriptalibri.it).

Scritto, come annota l'autrice, in Liguria, terra famosa per il basilico a pianta piccola e verde, con «l'intento di far sapere a tutti che il mondo è pieno di altri “basilici”».

Meno che in Groenlandia, in Libia, nel Ciad, in Germania, in Irlanda e in Gran Bretagna, più un'altra decina di paesi che per non farla troppo lunga omettiamo , la pianta cresce infatti spontanea nel resto del pianeta. Da qualche parte è migliore, da qualche altra è valida ma non per uso alimentare. Negli orti dell'antica Pompei gli archeobotanici hanno ritrovato non tanto i semi, troppo piccoli per arrivare fino a noi, ma resti di unguenti medicamentosi e profumi a base di basilico. Plinio, che morì proprio a Pompei per l'eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo, lo cita ampiamente come erba coltivata, le cui proprietà erano note. Non solo in cucina, ma come medicamento. Nella fitoterapia ancora oggi si usa il basilico contro la tosse mescolandolo al miele, come conciliante il sonno, per calmare gli spasmi e i crampi, contro le infiammazioni urogenitali.

cinque le specie note a Linneo nei 1753, basilicum , minimum, tenuiflorum , menthoides e frutascens , che però in seguito uscirà dalla famiglia per entrare in un'altra. Tre anni prima che Linneo mettesse nero su bianco le sue preziose conoscenze a Genova, che con la Liguria si considera la patria del basilico, negli orti di Isabella Doria il cuoco di questa gentildonna coltivava il basilico e ne annotava il prezzo sui libri di casa. Acquistava le piantine dai contadini di Cornigliano , al mercato, li portava in quella che oggi è via Garibaldi, proprio lì dove sorge il magnifico Palazzo Tursi , e si preoccupava che le piantine godessero di buona salute. Sarebbe finito in uno dei suoi intingoli, per ingentilire il pesce, per aromatizzare le carni, per condire la pasta. «Ai genovesi è difficile far capire che il basilico esiste nel mondo e non serve solo per finire nel pesto», dice Sandra Berriolo , dietista esperta di educazione alimentare, 46 anni, gli ultimi cinque passati a compilare quest' opera unica nella storia della letteratura italiana. “ Ma quello che più mi ha colpito nella ricerca” spiega “stato proprio il fatto che in molti paesi, in India per esempio, il basilico è una pianta usata nei riti religiosi.

Oltre che come purificante dell'aria tant' è che altrove, in Vietnam, davanti ai sanatori, ci sono interi campi di basilico che servono ad alleviare i dolori di chi sta male”. Qualcosa di male però il basilico potrebbe anche farlo. Una ricerca seria di qualche anno fa aveva messo in risalto che un uso eccessivo di basilico, un'indigestione di pesto ripetuta giorno dopo giorno , tanto per capire, avrebbe potuto anche fare molto male. Nelle foglie giovani di basilico, quelle piccole, si ritrovano infatti elementi con proprietà cancerogene. Avevano ragione le nostre nonne quando ci insegnavano come si coglie il basilico nell'orto: si parte dalla cima e si prendono solo le foglie grandi. Credevamo che fosse solo una mania, un vezzo per risparmiare e lasciare crescere le altre, ma non è così. Comunque non abbiate paura: dovreste mangiarne a chili per avere effetti negativi. Una foglia di basilico spezzata con le mani, profuma l'insalata. Continuate così, fa solo bene.

Rossella Sleiter
Il Venerdì di Repubblica, 6 agosto 2004
 

 

 

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